Quando il mare diventa un lavoro
È giunto al termine il corso per Operatore Tecnico Subacqueo. Un’esperienza intensa che ha lasciato un segno profondo nei corsisti e apre loro nuovi scenari lavorativi
0Teoria e pratica. I ragazzi del corso per Operatore Tecnico Subacqueo (OTS) non si sono fatti mancare davvero nulla. Dalle tecniche di immersione in basso fondale alla conoscenza delle attrezzature per le immersioni subacquee. Dalla medicina iperbarica al soccorso e sopravvivenza in mare, passando per la biologia marina e la tutela dell’ambiente, fino all’uso degli esplosivi.
Ottocento ore, un’esperienza unica realizzata dal Centro Professionale Europeo «Leonardo». Teoria, tanta pratica e stage di grande livello, tra Cagliari e Carloforte, nello spettacolare mondo delle tonnare.
Qualifica e competenze. Un corso altamente impegnativo al termine del quale è stato rilasciato l’attestato di qualifica professionale di OTS, con certificazione delle competenze acquisite. L’attestazione consente l’iscrizione al registro dei sommozzatori del Ministero dei Trasporti presso la Capitaneria di porto, valido per ottenere il libretto di ricognizione.
Non più istruttori di subacquea, o quanto meno non solo. Ora si fa sul serio. Ora si parla di professionalità, di lavoro, di competenze. I ragazzi sono diventati sommozzatori altamente specializzati e tecnicamente preparati, in grado di compiere ogni tipologia di lavoro sotto il pelo dell’acqua: edile, idraulico, di carpenteria meccanica. Un impegno lavorativo che, considerando le condizioni ambientali spesso severe in cui si opera, richiede un’eccellente forma psico-fisica, autocontrollo e autodisciplina, per gestire le inevitabili situazioni critiche con calma, diligenza ed efficacia.
La testimonianza. Quando si sta in fondo al mare, niente è più come prima:
«È come cambiare dimensione – ha raccontato Ugo Montaldo, neo OTS, al termine del corso – passi da un mondo in cui la luce e i colori sono nitidi e splendenti, dove hai piena coscienza del tuo peso corporeo, dove i suoni sono chiari e facilmente identificabili, a una realtà completamente opposta. Non senti più il tuo peso. Nessuno schiacciamento. La schiena si allunga. In un attimo la luce si fa meno intensa. I suoni sono ovattati. È un altro mondo. Percepisci il tuo respiro. Ti concentri sul battito del tuo cuore. È un lavoro introspettivo, dove impari davvero a stare con te stesso».
Da corsisti a professionisti. Ma l’Operatore Tecnico Subacqueo è anche un professionista in grado di muoversi in un mondo del lavoro sempre più complesso che richiede competenze trasversali: deve poter interagire correttamente con i propri clienti o datori di lavoro, parlare almeno una lingua straniera, utilizzare computer e internet per il continuo aggiornamento professionale, essere consapevole di cosa significa condurre un’imbarcazione in mare, decodificare un bollettino meteo, conoscere regolamenti e leggi indispensabili per l’esercizio del proprio lavoro.
Insomma, un professionista a 360 gradi, proiettato verso una dimensione europea del proprio ruolo.
Un corso in cui il sapere si è incrociato con il saper fare, ma anche e soprattutto con il saper essere. Dove prima di formare il subacqueo si è lavorato per formare l’uomo. E dove l’uomo e il mare diventano una cosa sola.